Le sue opere eccitano la retina, strizzano l'occhio alle connessioni elettriche del cervello. La geometria nei suoi quadri prende corpo diventando rivoluzionaria, l'astrazione assume una vitalità sinuosa e plastica e l'arte contemporanea si mette a utilizzare parole e verbi di un nuovo vocabolario. Stiamo parlando delle opere di Victor Vasarely (1906-1997), entrato nella storia come l'inventore dell'arte ottico-cinetica, a cui il Centre Pompidou dedica fino al 6 maggio 2019 un'immensa retrospettiva fatta di luce, colore, cubi, quadrati e figure tondeggianti che sembrano prendere vita nel susseguirsi delle sale.
Dai suoi primi lavori pubblicitari agli studi grafici degli Anni Trenta, l'esposizione Le Partage des Formes propone un percorso cronologico e tematico il cui fil rouge è uno soltanto: il modo in cui un'opera viene concepita, prodotta e diffusa può cambiare radicalmente la vita di chi la fa, di chi la guarda e di chi la consuma. Le immense sale del Pompidou sembrano davvero viventi e nel passaggio dalle avanguardie di inizio Novecento alle geometrie della realtà, passando attraverso le energie astratte, l'astrazione pop, si arriva ai nuovi codici dell'architettura e della pubblicità fino a culminare in un universo cosmico fatto di bolle e di forme tondeggianti che fanno uscire dalla mostra quasi ipnotizzati e un po' sbandati. Come al solito il Pompidou non delude per innovazione e curiosità.
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Ottico.
Con chi cerca nuove forme di vocabolario artistico.
Chi non digerisce l'arte iper contemporanea.
Alcuni quadri ottici: ipnotici
Alcune opere vanno oltre l'astratto. Urge fantasia.
Il Marais in lungo e in largo, c'è solo da camminare e scoprire.
#ExpoVasarely al Centre Pompidou fino al 6 maggio 2019. Aperto tutti i giorni, tranne il martedì, dalle 11 alle 21. Ingresso a 14 e 11 euro. www.centrepompidou.fr