Con il bordo alto. Leggera. Ingredienti sempre di iper qualità. Con farine morbide e profumate. E una maturazione di quasi due giorni. Si fa presto a dire pizza, ma oggi dietro al piatto principe della gastronomia italiana, si nasconde un mondo di altissima qualità. Tutto da scoprire e da assaggiare. Negli ultimi 5 anni Parigi si è trasformata in una piccola oasi felice in cui mangiare ottima pizza napoletana (sembra un'eresia, ma a volte più buona di quella che si mangia in alcune città d'Italia). Il merito va tutto ai pizzaioli che si sono trasferiti all'ombra della Tour Eiffel portando in valigia, non soltanto mani per impastare, ma un mondo fatto di esperienza, scienza, amore per la materia prima e gusto, e i risultati si sono visti. Basti dire che quest'anno al Taste of Paris - il tempio dell'alta gastronomia francese di scena sotto le splendide cupole del Grand Palais dal 9 al 12 maggio - sarà presente uno stand tutto italiano che proporrà a ripetizione pizze creative diffondendo il concetto di pizza di qualità. Nello stand Caputo, dietro a un forno elettrico tradizionale e un forno elettrico a 500 gradi - ci saranno Vincenzo Capuano (uno dei re della pizza napoletana che con i suoi 74mila follower su Instagram detta le leggi della pizza slow), Vincenzo Iannucci (tecnico di casa Caputo, scienziato artigiano delle nuove farine) e Giuseppe Cutraro, Executive Pizza-Chef del Gruppo BigMamma, ovvero quel gruppo che con i suoi 7 ristoranti a Parigi ha insegnato ai parigini il gusto della vera pizza.
Quali pizze saranno presentate e sfornate a ritmo continuo a Taste of Paris 2019 è lo stesso Cutraro a raccontarcelo."Due sono le pizze d'artista che si potranno degustare. Due saranno le pizze tutte da scoprire. La prima con Pomodoro giallo del Vesuvio, punte di asparagi saltati, bufala, coppa e fiori eduli. La seconda con 4 tipi di pomodori, burrata, acciughe bianche, tarallo napoletano sbriciolato, basilico ed erbe". "Sono sicuramente pizze creative, pensate per stupire e far discutere, ma il concetto che ci sta alla base è sempre lo stesso: qualità degli ingredienti e lievitazione top". "Perché le nostre si possono chiamare pizze contemporanee? Perché rispetto a quelle napoletane tradizionali - ci spiega Giuseppe - la lievitazione supera le canoniche 12 ore per arrivare fino alle 36 ore. Per questo le nostre pizze sono più digeribili, più buone e sane. E' un concetto legato al gusto e al benessere. E questo principio, assaggi dopo assaggi, cercheremo di diffondere al Taste". Mangiare per credere.