Il locale è piccolino. Molto parigino negli spazi che quasi si fa fatica a entrare. Ma è anche vero che appena varcata la porta del Kokohana - risto giapponese tutto da scoprire a due passi dagli Champs Elysées - ci trova davanti due grossi tavoli a ferro di cavallo con al centro una piastra rettangolare molto grande su cui cucinano per tutta la sera due chef super nippo che quasi sembrano due combattenti del Sol Levante. Più che muniti di bacchette sembrano afferrare katane. I loro gesti sono teatrali, ma sono loro che dettano le regole della serata: è infatti dalle loro mani e dalle loro piastre che passano tutti i piatti ordinati nel ristorante. Meglio sempre optare per il menu che comprende oltre alla zuppa di miso, il riso bianco e il dolce (generalmente una banana flambé da far impallidere gli amanti delle diete) l'ottimo piatto clou della cena che viene servito sempre con un'insalatina di germi di soia: che si tratti delle capesante al burro, del filetto di carne alla soia, del pesce fresco (filetti di pesce bianco, tonno e salmone) o dei gamberi raramente si sbaglia. I piatti sono tutti buonissimi, un bel mix di dolce e salato grazie alle continue aggiunte di burro sulla piastra, il tocco è più parigino che nipponico, a far da cremina alle aggiunte golosissime di soia dolce e salata. Per chi ama invece il crudo, non manca il sushi servito in porzioni davvero abbondanti. Si esce soddisfatti, si esce abbastanza puzzolenti (l'odore di tutta questa soia rimane bello impregnato sui maglioni), ma mai sporchi (una volta entrati si viene dotati di un maxi bavagliolo per evitare schizzi o errori di cucina) e si esce affascinati: il ricordo dei gesti degli chef resta indelebile per parecchi giorni. E si ha voglia di tornare. In fretta.