Che dire, buon pesce. Si entra, si mangia qualche fetta di pane caldo con sopra del buon burro salato, si beve un vinello bianco o rosato ghiacciato e si aspetta in estasi che arrivi il plateau a tre piani che avete ordinato. E poi, una volta arrivato sul tavolo - immenso al punto che non si vedono gli altri commensali, con ghiaccio al vapore che si eleva sopra di voi - la festa comincia. Ci sono granchi giganteschi, anche quelli dell'Alaska, intere aragoste, ma anche langostine croccanti, chele di astice, gamberetti mignon e grandissimi, ricci, conchiglie di mare, alghe, cozze e vongole e tanto, tantissimo limone. Naturalmente ci sono le ostriche, di tutte le forme, le misure e di tutte le regioni di Francia. C'è da farsi venire il mal di testa. Ma la goduria, se si ama il pesce, è infinita. Siamo a Le Bar à Huitres Saint-Germain, nel V arrondissement, a due passi dalla Senna, ed effettivamente la sensazione che si prova è quella di ondeggiare sul mare mangiando crostacei favolosi. Per chi non volessi farsi tentare dal plateau, c'è anche la possibilità di degustare il pesce: dalle capesante marinate alle sogliole, dalle sardine e al pescato del giorno. I dolci non mancano, e se si ha ancora la forza ci si può ingolosire con crème brûlée, crepe suzette scottate con Grand Marnier Rouge e gli immancabili sorbetti. Una vera pacchia per il palato.