Potremmo chiamarlo un ristorante di alta cucina. Ma forse la definizione potrebbe trarre in inganno. Sarebbe forse meglio parlare di cucina d'autore o di neobistrot gastronomico. Insomma, comunque la si metta, il risultato non cambia, perché il Gare au Gorille - ristorantino piccolissimo nel cuore del 17mo - è un piccolo gioiello per il palato che sa regalare sorprese ed emozioni. Nato dal tocco dello chef Marc Cordonnier (ancien de chez Passard, Ze Kitchen Galerie o ancora l’Agapé) e del sommelier Louis Langevin, in un contesto molto minimal (bianco alle pareti, lampadine fluttuanti e tavolini in legno), il Gare offre una cucina moderna dalla forte personalità. Il menu cambia di continuo, i piatti non sono molti e gli ingredienti rigorosamente di stagione: in questo periodo ci si può divertire con piattini à partager di salumi golosi, dalla Sopressata alla Finocchiona, dalla Coppa alla Mortadella e la Bresaola; passando per tapas di pesce, carne e verdura, dal Gaspacho al cocombre e burrata fumè alle cozze en escabeche o agli asparagi serviti con broccoli e sardine. E per chi vuole mangiare più sostanzioso e carnivoro, da provare i piatti serviti con maiale, agnello o boeuf e tutti ricamati da verdurine di stagione cucinate in modo assoluto e rigenerante. Ottimo anche per l'aperitivo con tapas e stuzzichini serviti al comptoir, favoloso anche a pranzo con un menu fisso che non supera i 25 euro che consente, con poco, di provare una cucina davvero niente male. I vini, tutti anche al bicchiere, hanno una lista essenziale e potente, con alcune chicche anche italiane. Attenzione perché passandoci davanti non lo vedrete facilmente (la vetrina è piccola e senza insegne luminescenti), ma una volta dentro non lo dimenticherete più. Da provare.